Il Messale della Cattedrale di Mantova fu realizzato tra il 1442 e il 1465, negli anni iniziali dell’età aurea della signoria gonzaghesca. A Mantova operavano già Leon Battista Alberti, Pisanello e Vittorino da Feltre, ai quali presto si aggiunsero Andrea Mantegna, Girolamo da Cremona e Luca Fancelli. Il Messale fu commissionato nel 1442 da Gian Lucido Gonzaga, protonotario a Milano, a Belbello da Pavia, il maggior interprete della miniatura tardo-gotica italiana. Con la scomparsa del committente (1448), il lavoro di ornamentazione e di scrittura si interruppe, anche se furono inserite tre tavole, attribuite ad un terzo miniatore rimasto anonimo.
La ripresa dei lavori si deve a Barbara del Brandeburgo-Gonzaga che, dal 1459, avocò a se ogni competenza sul manoscritto. In quell’anno a Mantova si celebrava il Concilio ecumenico; Ludovico ii Gonzaga e la marchesa colsero la favorevole occasione per rafforzare l’immagine internazionale della signoria anche attraverso il mecenatismo delle arti, percepite come fonti durevoli di memoria e come sublimi strumenti per la rappresentazione del potere.
Fu Andrea Mantegna ”“ già intento al progetto della Camera degli Sposi ”“ a suggerire a Barbara il nome del miniatore che doveva portare a termine l’ambizioso programma artistico del Messale: quello di Girolamo da Cremona, suo giovane protetto, aperto ai nuovi stilemi del Rinascimento. Il Messale di Barbara è un manoscritto miniato su pergamena di 380 fogli (760 pagine) nel formato di 395 × 262 mm; è mutilo, da c. 380, dell’intero fascicolo di chiusura, probabilmente sottratto nei primi anni del Novecento unitamente a quattro fogli miniati, poi recuperati e reinseriti.
L’edizione è stata tirata in complessivi 398 esemplari numerati e certificati, dei quali solo 333, in numeri arabi, sono destinati al collezionismo internazionale e 65, fuori commercio, riservati alla Diocesi, ai collaboratori, ai coeditori esteri, ai distributori e all’archivio dell’editore.